
Autocostruzione di una barca
Home boat builder: ideare gli interni, difficile ma non impossibile
Per quanto all’inizio della nostra avventura di “home boat builder” ci siamo preoccupati della riuscita dello scafo. Ci accorgeremo, strada facendo, che la coperta è più difficile dello scafo e la tuga idem, bulbo e timone sono molto difficili, idem gli interni, ma il santo graal è l’attrezzatura. Un albero poco robusto non è brutto è pericoloso!
Se volete passare anni “in cantiere” non c’è problema, ma vi ricordo che gli anni potrebbero non bastare: nei tempi andati incominciare a fare il calafato a otto anni era un poco tardi, e uno stipettaio finito, di quelli che prendevano le misure a occhio, doveva aver concluso l’apprendistato verso i dodici anni. Se ritenete fuorviante diventare così esperti dovete fare cose molto, molto semplici.
Un interno di legno ben verniciato ha sempre una sua dignità, ma bisogna prendere alcune precauzioni: la cassapanca, difficilmente utilizzabile per chiglia, è ottima per madiere (elementi disposti in lunghezza o in larghezza);
il tavolo lo si trova già fatto e in cucina niente sportelli: porta piatti e bicchieri andranno fatti da voi come usava una volta, cioè in compensato con la classica apertura a T;
i cassetti è meglio evitarli, ma tre non possono mancare, uno in pozzetto uno in cucina e uno al carteggio, per il resto un buon set di contenitori può svolgere la stessa funzione;
non può poi mancare un vecchio lume a petrolio con cui combinare qualche disastro.
Guardare barche già fatte è la strada migliore, vi sono ad esempio folkboat organizzate in modo eccezionale, semplice ma impeccabile. L’interno è minuscolo, ma si sta comodi seduti e sdraiati e tutto è a portata di mano.
Un poco di filosofia: cosa serve a portata di mano? Fate qualche test a casa soprattutto in cucina. Sapere dove sono le cose è fondamentale, il piano di stivaggio diventa col tempo un piano mentale e tutte le vostre barche saranno stivate in quel modo, ma c’è dell’altro:
un’ulteriore qualità del marinaio, che lo accomuna agli altri nomadi, è la mancanza di pietà per le cose inutili. “Se volete avere tutto a portata di mano questo tutto non può essere altro che limitato”. Ad esempio nei tavoli da carteggio degli yacht si trovano molte cose fuori posto: dalle lozioni doposole, agli occhiali, gli accendini, strumenti di scrittura, fatture e altre carte di dubbia utilità. Diciamolo chiaramente: è un comportamento che si addice più allo zio di campagna che a un vero marinaio che, scarno come un asceta, si è liberato di tutto il superfluo.