
La barca francese naufragata a Porto Corallo
Muore un diportista in Sardegna per la burrasca di Pasquetta
Il maltempo di Pasquetta ha purtroppo causato la morte di un diportista francese, sbalzato in acqua dai frangenti nel tentativo di entrare a Porto Corallo, sulla costa sudorientale della Sardegna, in provincia Cagliari.
Non è bastato l’intervento immediato dei soccorsi di Vigili del Fuoco, Guardia Costiera e volontari, per salvare la vita a Jean-Yves Hublau, diportista francese di 62 anni in navigazione con la moglie e il loro cane, entrambi salvati, su una barca a vela Oceanis 393 salpata da Santa Maria Navarrese, località nei pressi di Arbatax, nonostante le condizioni meteomarine proibitive, con raffiche a 50 nodi e ripide onde di 5/6 metri nel luogo del naufragio.
Non si conosce ancora molto della dinamica dell’incidente: un video ripreso con uno smartphone pubblicato online da l'Unione Sarda mostra una scuffia a 180°, ma la qualità è bassa. La foto dei Vigili del Fuoco che pubbichiamo mostra una barca disalberata e semiaffondata, attualmente ricoverata all’interno di Porto Corallo. Lo sfortunato diportista è stato trovato annegato tra gli scogli della diga frangiflutti del porto, probabilmente sbalzato in mare dalla barca violentemente sbandata da un frangente. Sembra che l’unità avesse lanciato un mayday e potrebbe essere stata fuori controllo. Una dinamica che ricorda il naufragio mortale all’imboccatura del porto di Rimini del 18 aprile 2017.
Ricordiamo che spesso è più sicuro rimanere nel mare in burrasca che tentare un atterraggio in porto, soprattutto se questo è circondato da basso fondale che genera frangenti. In questi casi sono frequenti le probabilità che una barca venga dapprima intraversata e poi violentemente sbandata dal moto ondoso perdendo ogni possibilità di governo. E’ sempre consigliabile tenere a riva un po’ di tela del fiocco, perché il motore potrebbe spegnersi improvvisamente a causa della morchia, smossa dal moto ondoso dal fondo del serbatoio, che può ostruire il circuito di alimentazione nonostante la presenza degli opportuni filtri. Infine, chi è in coperta dovrebbe sempre indossare la cintura di sicurezza attaccata alla life-line.
Giuliano Luzzatto
@gluzzatto